21 gennaio 2007

Il futuro di Ilya Prigogine

Ilya Prigogine
Il futuro è già determinato?
Introduzione di Eliano Pessa

Pagine: 96 - Prezzo: € 8.50
ISBN: 8883230523 - Anno di pubblicazione: 2003

Di Renzo Editore

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Dopo aver discusso i problemi fondamentali della scienza del nostro tempo e di alcuni concetti filosofici, a partire dalla controversia tra Eraclito e Parmenide, Ilya Prigogine lancia un messaggio di grande speranza: il futuro non è determinato. Contrariamente a quanto lascia supporre la globalizzazione e l'apparente massificazione della società attuale, il comportamento individuale si avvia a diventare sempre più il fattore chiave che regola l'evoluzione del mondo e della società. Un messaggio, questo, che va direttamente contro quelli più diffusi, implicitamente o esplicitamente, dai mezzi di comunicazione di massa: l'importanza delle azioni individuali, infatti, implica la riflessione di ognuno sulle responsabilità che ci si assume quando si agisce o si prende una decisione. E questa responsabilità è associata ad una autonomia di pensiero e ad una analisi critica di mode, costumi, idee preconcette, ideologie, imposti dall'esterno: esattamente il contrario di quello che desiderano coloro che vorrebbero renderci "perfetti consumatori" in un mondo dominato solo dal denaro. Contrastare questa spinta verso la cancellazione della libertà di pensare con la propria testa è ormai un imperativo se si vuole salvare la società umana e il nostro pianeta da catastrofi che ormai appaiono sempre più vicine e (purtroppo quelle sì) irreversibili. Questo libro fornisce un piccolo, discutibile, ma prezioso contributo in tale direzione.
Ilya Prigogine, scomparso nel 2003, è nato a Mosca il 25 gennaio 1917. Dal 1929 dirigente dell'Istituto Internazionale di fisica e chimica Solvay e direttore del Centro di meccanica statistica dell'Università di Texas a Austin. Nel 1977 ha ricevuto il Premio Nobel per la chimica, grazie ad una teoria termodinamica applicata ai sistemi complessi.

Clive Granger e l'economia


Clive Granger
Economia di pace, economia di guerra

Pagine: 96 - Prezzo: € 10.50
ISBN: 8883231562 - Anno di pubblicazione: 2006

Di Renzo Editore

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La moderna macro-economia è vasta, diffusa, e difficile da definire, da misurare e da controllare. Gli economisti tentano di costruire modelli che si approssimano alla realtà, dotati di proprietà importanti tali da renderli utili per la determinazione dell’impatto di politiche alternative o delle implicazioni a lungo termine di nuove istituzioni. Ma questi dati vanno trattati con un certo grado di incertezza, ed è qui che entra in gioco il concetto di coin-tegrazione, introdotto dall’econometrista Clive W.J. Granger, che rende le proprietà previsionali potenzialmente più utili.
Clive W.J. Granger è professore emerito della University of California a San Diego. I suoi principali contributi riguardano la relazione tra diverse variabili finanziarie ed economiche nel tempo, conducendo a nuovi sviluppi in statistica e in econometria.
Nel 2003 è stato insignito del Premio Nobel per l’economia insieme a Robert Engle.

Martin Perl e la Fisica delle particelle


Tante domande, qualche risposta
Cinquant'anni di fisica delle particelle elementari

Pagine: 104 - Prezzo: € 11.00
ISBN: 8883231597 - Anno di pubblicazione: 2006
Note: traduzione di Claudia Bonadonna ed Eliano Pessa

Di Renzo Editore

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Da oltre cinquant’anni Martin Perl conduce ricerche sperimentali nel campo della fisica delle particelle elementari, la scienza che studia la natura primaria della materia, dell’energia e delle forze, che investiga il mondo subatomico. In questi cinquant’anni si è accumulato un sapere enorme e molte domande hanno trovato risposta. Ma non tutte, anche perché la conoscenza acquisita finora ne ha sollevato di nuove.
In questo libro Perl ci illustra le risposte finora ottenute nella fisica delle particelle elementari, le domande che ci si continua a porre e in che modo viene condotta la ricerca in questo campo della fisica.
Martin L. Perl, fisico americano di origine polacca, ha insegnato all’Università del Michigan, prima di approdare allo SLAC, il Centro per l’Acceleratore Lineare di Stanford. Nel 1995 è stato insignito del Premio Nobel per la sua scoperta del tau-leptone.

05 gennaio 2007

Che forza quei quark


Per la maggior parte del pubblico televisivo italiano, “quark” è l’oscuro titolo di una fortunata trasmissione di divulgazione scientifica. Per i letterati, è una parola inventata da James Joyce in “Finnegans Wake”, nella frase «three quarks for Muster Mark»: probabilmente come storpiatura di “quart”, “quartino”, visto che il libro descrive il sogno di un proprietario di pub. Per i fisici, infine, “quark” è il nome assegnato da Murray Gell-Mann, premio Nobel nel 1969, ai costituenti fondamentali della materia al livello della fisica quantistica: un analogo, cioè, degli atomi per la fisica atomica o delle molecole per la chimica. La scelta del nome è dovuta al fatto che neutroni e protoni sono appunto costituiti da tre “quark”, di tre “colori” diversi (chiamati rosso, verde e blu, benché si tratti in realtà piuttosto di un tipo di carica elettrica). A causa della presenza di questi “colori”, la teoria che regola il comportamento quantistico dei quanti si chiama “cromodinamica quantistica”, abbreviata QCD, e uno dei suoi aspetti più misteriosi è il cosiddetto “sconfinamento”: il fatto, cioè, che i “quark” non si possono mai osservare isolatamente, perché sono tenuti insieme da una forza nucleare che ha la strana proprietà di crescere all’inverosimile quando essi cercano di allontanarsi, e di diminuire fino praticamente ad annullarsi quando invece essi stanno vicini. Lo scopritore della QCD è David Gross, che nel bel monologo-intervista “L’universo affascinate” (Di Renzo Editore, pp 75, € 9,50) narra come è arrivato a formularla insieme al suo studente Frank Wilczek, in un’impresa intellettuale che ha meritato loro il premio Nobel nel 2004.Da leggere e meditare, per capire cosa fa e come si fa la scienza.

L’espresso, 11 gennaio 2007, pag. 103
Di Piergiorgio Odifreddi